giovedì 6 giugno 2013

L'innovazione che va più veloce dell'immaginazione

"Giuseppe Ungaretti si preoccupava nel 1953 delle conseguenze culturali dell’elettronica: un tempo l’immaginazione precedeva il progresso tecnologico; ma se le macchine generano innovazione che va più veloce dell’immaginazione e rispondono alle domande meglio delle persone, gli esseri umani finiranno col pensare come macchine e perderanno la loro dimensione poetica." (Luca de Biase)

"Il futuro offre ben poca speranza a quelli che aspettano che i nostri nuovi schiavi meccanici ci offrano un mondo in cui potremo riposarci senza pensare. Aiutarci possono, ma chiedendo moltissimo alla nostra onestà e intelligenza. Il mondo del futuro sarà una battaglia sempre più impegnativa contro le limitazioni della nostra intelligenza, non un'amaca confortevole su cui stenderci, serviti dai nostri schiavi meccanici." (C. E. Gadda, L'uomo e la macchina).

"Raggiungere il limite massimo della produzione meccanica, conseguire il massimo in fatto di comodità e di consumo non significa necessariamente avere raggiunto la condizione umana più spontanea e valida. [...] il benessere e la sicurezza non sono beni assoluti: possono danneggiare la vita tanto quanto lo possono i disagi e la mancanza di sicurezza; e il pensare che ogni altro interesse , arte amicizia, amore, gioie della famiglia, debba essere subordinato ad un semplice maggior accrescimento del comfort, comodità e lusso, non è che una delle superstizioni che affliggono la società utilitaria." (Lewis Mumford).

"La tecnologia moderna [...] la più possente rivoluzione della produzione sociale dopo l'invenzione dell'agricoltura è diventata soltanto uno strumento nelle mani della grande industria, un veicolo del dominio capitalistico?[...] gli artefici del nuovo modo di produzione scientifica, i sedicenti rivoluzionari che liberano le forze della natura e annunciano una nuova era per l'umanità, lavorano anche per una controrivoluzione. [..] L'effetto cumulativo delle trasformazioni più radicali- la massiccia espansione delle strutture militari, della partecipazione del governo all'avventura tecnologica dopo la seconda guerra mondiale e l'impressionante aumento del numero del numero di ingegneri dopo lo Sputnik- ha favorito gli obiettivi della grande industria garantendo sussidi pubblici all'impresa privata. Ma [...] tali annunci sono per lo meno prematuri, e costituiscono una manifestazione ulteriore della generale mistificazione della tecnologia che contraddistingue la nostra epoca". (D. F. Noble)


Grafico che mostra come nel 1970 la percentuale di crescita economica in America è scesa dal picco del periodo post- guerra industriale, e con essa anche l'innovazione tecnologica. 

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